La storia del casato borbonico si è sempre contraddistinta per la sua avanguardia e le sue idee innovative. La Reggia di Caserta rappresenta senza alcun dubbio un esempio di tutto ciò ed un punto di partenza per altre bellezze reali. Se siete interessati ad approfondire questi temi, vi consiglio una visita guidata alla colonia serica di San Leucio.
San Leucio da piccolo borgo a colonia della seta.
A pochi minuti da Caserta, sorge San Leucio, un piccolo borgo che nel 1750 re Carlo III di Borbone acquisisce dalla famiglia Gaetani di Sermoneta, principe di Caserta e lo trasformerà in un casino da caccia. Sarà suo figlio, Ferdinando IV che, nel 1774, individua in questo posto il luogo ideale dove poter far sorgere una piccola colonia serica dove i suoi operai potessero vivere e lavorare contemporaneamente. Il nome ha origine dal ritrovamento di una piccola chiesa di epoca longobarda dedicata al santo vescovo Leucio. La colonia si baserà sulle idee illuministe e socialiste del re Ferdinando, mentre Il progetto della fabbrica verrà ideato dall’architetto Francesco Collecini.

Tutto ciò portò alla nascita di un luogo che venne soprannominato Ferdinandopoli, la città di Ferdinando. Ancora oggi la fabbrica con i suoi macchinari e le case degli operai dimostra essere un progetto già all’epoca avveniristico.
Si arriva a San Leucio in davvero pochi minuti da Caserta e dopo aver attraversato un arco trionfale decorato con stemmi di famiglia, si sale al Belvedere. Si notano da subito, sulla sinistra e sulla destra, le file di case degli operai, 37 in tutto, che erano ad uso gratuito, tramandate di generazione in generazione. Oggi è possibile visitarne una: la Casa del Tessitore.
All’interno del complesso museale sarà possibile visitare gli ambienti destinati agli operai e l’Appartamento reale che Re Ferdinando utilizzava quando si fermava a San Leucio. Attraverso un percorso illustrativo fatto di immagini e di macchinari è possibile apprendere le varie fasi di realizzazione della seta, dal bozzolo alla filatura e poi dalla torcitura alla tintura, e infine, la tessitura. Tra i macchinari esposti vi sono due torcitoi circolari funzionanti mediante una ruota idraulica. L’acqua dell’Acquedotto carolino metteva in moto l’albero motore che faceva girare i torcitoi. Sarà possibile comprendere come avveniva la tessitura attraverso la Jacquard, un macchinario, ritenuto essere l’antesignano del computer, prende il nome dal suo inventore J.M. Jacquard.

3 curiosità sulla colonia di San Leucio.
Prima di San Leucio Ferdinando aveva scelto come luogo dove poter far sorgere la sua colonia la Vaccheria, a soli 4 Km dalle attuali fabbriche. Chiamata in questo modo perché vi erano gli allevamenti per le vacche sarde ed essendo un casino di caccia vi erano i suoi amati cani. Infatti, lì vi era il Palazzo del Casino Vecchio. Ma questo luogo venne oscurato da un evento triste: la morte del suo primogenito, futuro erede al trono, Carlo Tito. Il piccolo morì a soli tre anni di vaiolo. Questo fatto portò Ferdinando ad abbandonare la Vaccheria e a scegliere il più vicino borgo per la realizzazione del suo progetto.
La colonia di San Leucio era regolamentata da un codice di leggi, firmata dal Re nel 1789. Il codice leuciano conta 150 esemplari, 5 capitoli e 22 paragrafi. Quest’ultimo sanciva l’uguaglianza tra operai, uomini e donne, con gli stessi diritti. Introduceva l’istruzione obbligatoria dall’età di 6 anni fino all’adolescenza. In seguito, i giovani potevano seguire degli apprendistati e specializzarsi nei diversi settori della produzione serica. Gli operai erano educati alla semplicità e alla religione …
E di questo argomento tratta la terza curiosità.
Dall’appartamento del Re c’è un coretto sopraelevato che funge da stanza con due affacci, uno verso il borgo e l’altro verso la chiesa sottostante inaugurata nel 1776 sempre su progetto di Francesco Collecini. Gli operai la mattina prima di iniziare a lavorare dovevano riunirsi nella chiesa sottostante l’appartamento e la sera prima di rientrare nelle loro case vi era la preghiera di ringraziamento a Dio per il giorno trascorso. Ferdinando dal coretto guardava dall’alto il suo popolo.