Foggia

L’antico Carnevale di Manfredonia

raffaele frattarolo
di Raffaele Frattarolo

Il carnevale a Manfredonia ha un ruolo integrante della cultura dei popoli che si sono avvicendati sulle rive del Golfo da oltre duemila anni, ovvero da quando nell’antica Sipontum si celebravano i baccanali. Prova di questi antichissimi riti a sfondo propiziatorio, diffusi dal II secolo a.C. dai romani con il culto di Bacco, ma di origine greca analogamente al culto di Dioniso, si basavano su una mistificazione della realtà ed una disinibizione totale dei costumi. Ciò è testimoniato dal ritrovamento nell’area di Siponto antica del busto di una Baccante.

Il carnevale ha mantenuto nei secoli la sua particolare “attualità” grazie alla capacità degli abitanti di Siponto e di Manfredonia dopo, di adattarsi ai tempi, di interpretare i cambiamenti dei costumi, di assorbire le evoluzioni culturali. Il tema ispiratore è stato sempre la ricerca di abbondanza e felicità con riti goliardici fatti di trasgressione, promiscuità, scherzi e, dal tardo Medioevo, anche di mascheramenti per l’assunzione di ruoli o di sessualità diversi: “Semel in anno licet insanire” (una volta all’anno è lecito impazzire).

 

Il battesimo dell’Edizione il 17 gennaio, giorno di S. Antonio Abate “Sant’Antuon maschere e suon”, si svelava l’anteprima della manifestazione e successivamente partiva la sfilata che attraversava le vie cittadine, facendo tappa in taverne e cantine per mangiare taralli e bere vino. Il Carnevale durava tre giorni e si concludeva con la pentolaccia (pignète).

Il rituale spensierato dell’antico Carnevale di Manfredonia

L’emblematico Carnevale di Manfredonia fu ideato da due grandi personaggi, re della mimica e dell’arte della comicità. Il primo si chiamava Matteo Quirico in arte Sèponda a Zìnghere che rappresentava la moglie di Carnevale, l’altro il re Carnevale (Zè Peppe), Giuseppe Murgia in arte Scazzéte. I due personaggi che lavoravano presso lo Sciale “Gli Zingari”, avevano voglia di fare baldoria e d’accordo con gli altri villici costruirono uno spaventapasseri e dopo averlo imbrattato con succhi d’erba, lo trasformarono in un bel pagliaccio che deponevano in atto di morte sulla carretta dotata di sedili da servire al gruppo dei piagnistei, urlatori, lamentatrici e suonatori di tamburi a frizione. Quando l’allegra brigata arrivava in città, gli artisti, che per l’occasione si erano dipinti i volti di bianco, cominciavano a piangere, a gridare ed a strombazzare. La scena durava fino a tarda sera e gli artisti venivano ristorati da molti spettatori.

Manfredonia carnevale

Ancora oggi continua la tradizione di portare in città il fantoccio “Zè Peppe”, simbolo del Carnevale di Manfredonia la sera prima dei festeggiamenti, accompagnato da un corteo insieme alla sua sposa: Sèponda. Il contadino rozzo ed allegro Zè Peppe giunge in città per festeggiare il Carnevale, simbolo dell’istrionico atteggiamento, ignaro però delle fatali conseguenze delle sue notti brave di esagerato divertimento, finisce per ammalarsi di broncopolmonite acuta (a pendûre) e muore l’ultimo giorno di carnevale, pianto da tutta la cittadinanza. I funerali si celebrano il martedì grasso con la cremazione. Legato ad una sediaccia, fissata al cantone del Boccolicchio o al torrione, Ze Pèppe, sta tutto il periodo carnevalesco, con il suo fiasco di vino e coriandoli a contemplare le corse forsennate di maschere folleggianti, favorendo incontri e licenze per la beata gioventù.

Il significato della tradizione del “giovedì grasso” risale al rito che da metà gennaio e febbraio, le famiglie contadine avevano l’usanza di uccidere il maiale, con auspicio di provvidenza e benessere. In molte case si allestiva la “socia”, ogni giovedì grasso, liberando una stanza dai mobili ed addobbando con stelle filanti, festoni, maschere di carta e sedie disposte lungo il perimetro della stanza.

Nel 1993 si realizzò il primo Carnevale estivo incentrato sull’organizzazione di Sagre del pesce, del fico d’india e della farrata, delizioso rustico salato di forma rotonda, preparato con ingredienti della civiltà arcaica: farro macerato, ricotta pecorina del Gargano, menta maggiorana, tuorlo d’uovo, cannella e pepe. L’origine di questo rustico risale ad epoca romana e veniva servito durante i riti matrimoniali. In seguito divenne un tipico prodotto quaresimale.

Dal 1952, prima manifestazione moderna e istituzionalizzata, il Carnevale di Manfredonia rappresenta i Carnevali Storici Italiani, identificato dal Ministero dei beni culturali e del turismo nel 2016, riconosciuto dalla regione Puglia come “manifestazione di interesse regionale”, associato alla “Federazione europea delle città del carnevale”. Per due volte inserito tra le manifestazioni abbinate alla Lotteria Nazionale, è tra i fondatori dell’Associazione “Carnevalia”. Tra le sfilate in programma: la “Gran Parata delle Meraviglie”; la “Gran Parata dei Carri Allegorici e dei Gruppi mascherati” la “Gran Parata della Notte Colorata” (sfilata notturna effettuata il sabato della “Pentolaccia”). Contestualmente si svolgono una serie di concorsi sul Carnevale. Dal 1960 si organizza il “Veglioncino dei bambini”, con la presentazione di costumi e maschere artigianali e indossati dai bambini, recite, poesie, decorazione delle vetrine, pittura, fotografia, percorsi enogastronomici e spettacoli di piazza.

Venite a scoprirlo in questa ridente cittadina sul Golfo in cui il divertimento è contagioso…

Guida turistica di  – Raffaele Frattarolo

Raffaele Frattarolo

Daunia Tur
Sono una guida turistica ed accompagnatore turistico della regione Puglia ed ho un titolo di guida esclusiva del Parco nazionale del Gargano. Sono 10 anni che faccio questo lavoro, organizzando tour per gruppi, singoli, scolaresche e turisti. Mi piace far…
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