Foggia

La Leggenda di Gargara

raffaele frattarolo
di Raffaele Frattarolo

Gargara: la Ninfa della Foresta Umbra

Nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, per oltre 12.000 ha si estende la Foresta Umbra, il cui nome deriva dal latino e significa cupa, ombrosa grazie al folto manto vegetativo che crea molte zone d’ombra. Rappresenta la più grande foresta italiana di latifoglie divisa in quattro zone più o meno concentriche che delimitano o meno l’accesso agli escursionisti.

Al suo interno sono state istituite le importanti Riserve Naturali: Ischitella e Carpino (299 ha), Falascone (48 ha), Umbra (399 ha), Sfilzi (56 ha) e la piccola riserva della Sorgentola. La flora è particolarmente varia: si contano circa 2.200 specie botaniche, circa il 35% della flora nazionale. Nella zona superiore si trovano faggi, aceri e carpini, in quella intermedia cerri, querce e faggi, mentre nella bassa si trovano lecci ed altre specie. Oltre ai magnifici oliveti, agrumeti e mandorleti, orgoglio del Parco sono le 85 specie raffinate di Orchidee selvatiche.

foresta umbra

Il faggio è l’albero più rappresentativo della Foresta Umbra e dal 7 luglio 2017 gli è stato attribuito il prestigioso riconoscimento come patrimonio naturale UNESCO, nell’ambito del bene transnazionale “Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”. Esso può raggiungere i 30 m. di altezza con un tronco dritto e ramoso e la chioma folta e compatta. E’ possibile trovarlo fino a 270 m s.l.m., probabilmente per la particolare miscela di fattori climatici ed ambientali che genera il fenomeno esclusivo detto delle “faggete depresse”.

La foresta ospita una fauna molto ricca di cui ne fa parte il “capriolo italicus”, una specie protetta e di grande interesse scientifico ed altri mammiferi come il tasso, il gatto selvatico e la faina. Tra i volatili troviamo il raro picchio dorso bianco, il picchio rosso mezzano, il picchio rosso minore e maggiore, il picchio verde e torcicollo. Tra gli uccelli predatori troviamo lo sparviero, il gufo reale e l’allocco. Tra i passeriformi che nidificano ci sono: la balia col collare, il frosone, il tordo bottaccio, la bigia grossa ecc. La Foresta Umbra ha diversi accessi, è attraversata da 23 Km di strade, sentieri pedonali e percorsi di interessante valore naturalistico segnalati, sicuri e controllati dal Corpo Forestale.

Nel Centro Visite c’è il Museo Naturalistico dove è possibile visitare la sezione dedicata alla flora, all’archeologia ed alla fauna garganica. All’esterno si può vedere una fedele ricostruzione della casa del taglialegna.

Grazie proprio alla sua ricca vegetazione è legata un’antica leggenda che vede protagonista una giovane e bellissima ninfa chiamata Gargara, la ninfa della Foresta.

Uomini e bruti a lei si inchinavano felici di servirla pur di ottenere un sorriso, una carezza lieve e fuggevole. Fra i bruti vi era un satiro il quale, al solo scorgerla da lontano, veniva assalito da un tremito di desiderio, molte volte convulso, incontinente. Solo di questo satiro la fanciulla aveva paura e cercava di fuggirlo mentre il bruto sempre più insistentemente la cercava. Avvenne che in una notte d’estate, mentre Gargara dormiva distesa su un mucchio di foglie secche in una concetta di rocce, cullata dal murmure di una fonte vicina che giuliva cantava per la vallata profumata di muschio, il satiro, avvicinandosi all’acqua per dissetarsi, la vide e, in un desiderio pazzo, cercò di soddisfare le sue brame. La Foresta Umbra fu svegliata dalle urla della ragazza e fu un accorrere di essere umani e di fiere in difese di Gargara. Il satiro potette dirsi fortunato riuscendo a sfuggire alla loro ira, dileguandosi nell’ombra della notte e nell’intrigo dei tronchi. Ma giurò vendetta. Il padre Giove aveva un vecchio rancore con la madre di Gargara perchè, invaghitasi di un mortale, lo aveva preferito a lui nell’amore. Il satiro ne era a conoscenza e si rivolse al sommo Giove per essere vendicato. La supplica e la provocazione fu così insinuante nel ricordare al padrone dell’Olimpo lo smacco subito per essere stato posposto ad un misero mortale, che alla fine Giove cedette alla richiesta di vendetta del satiro. Fu allora che il capo degli dei, nella sua onnipotenza, trasformò Gargara in un giovane e rigoglioso acero che dal quel momento divennè l’albero del satiro che sui suoi rami si accovacciava, lo difendeva da chiunque volesse danneggiarlo, ne accarezzava le foglie e dalla sua fistula cercava lunghe nenie lacrimevoli. E l’albero visse così per migliaia di anni, diventando enorme nel tronco e nella chioma, nella valletta profumata di muschio, laddove Gargara fu sorpresa nel sonno. Nessuno ardiva toccarlo perchè si diceva che il solo tagliarne un ramoscello portava sfortuna. E fu allora conosciuto come il Millacero, considerato da tutti il re della Foresta.

Fonte leggenda: D’Addetta G. (1955) “La montagna del sole”

Guida turistica di  – Raffaele Frattarolo

Raffaele Frattarolo

Daunia Tur
Sono una guida turistica ed accompagnatore turistico della regione Puglia ed ho un titolo di guida esclusiva del Parco nazionale del Gargano. Sono 10 anni che faccio questo lavoro, organizzando tour per gruppi, singoli, scolaresche e turisti. Mi piace far…
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