Milano

Milano e Manzoni

Monia Aldieri
di Monia Aldieri

Milano e Alessandro Manzoni sono una cosa sola, su questo non ci piove.

Arrivando da Monza, passando Sesto, incrociando Greco, immaginiamoci Renzo che si ferma all’altezza della Cassina de Pomm per poi imboccare quella che oggi chiamiamo via Edolo, oltrepassare viale Lunigiana ed entrare in via Ponte Seveso, proseguire per via Filzi e più o meno all’altezza di via Marangoni incontrare un uomo che lo indirizza verso Porta Orientale indicandogli una scorciatoia. Manzoni descrive nei Promessi Sposi una Milano che non c’è più, e che non c’era più nemmeno ai suoi tempi.

Corsia del Giardino dopo la sua morte prende il nome di via Manzoni, la casa in cui vive per 63 anni oggi ci accoglie ancora, con il suo studio, il letto in cui è spirato, i suoi giardini che oggi fanno parte delle Gallerie di Piazza Scala.

 

In piazza San Fedele ecco la sua statua ad opera di Francesco Barzaghi, eretta a 10 anni dalla sua morte proprio di fronte alla chiesa in cui ogni giorno prendeva la comunione e sui cui scalini cadde, a 87 anni, morendo pochi mesi dopo per un’emorragia cerebrale.

Al Monumentale, al centro del Famedio (il Tempio della Fama di coloro che hanno reso grande Milano) vi è la sua tomba, perché il più Grande di tutti è stato lui.

Detto tutto questo, come dico sempre durante le mie visite provocando le ire dei professori di Lettere…Manzoni era un po’ nevrotico, e non piove neanche su questo. Con molte idiosincrasie che ce lo rendono in realtà più vicino, insieme alla sua ironia.

Pinacoteca-di-Brera-Ritratto-di-Manzoni-Francesco-Hayez (1)

Una delle sue remore più grandi era ad esempio farsi ritrarre. Ci aveva provato il Molteni, grazie all’intercessione del genero di Manzoni, Massimo d’Azeglio, che dipinge lo sfondo (ovviamente il lago di Como): bello, romantico, con i capelli al vento e il tramonto alle spalle…e Manzoni non apprezza.

Pochi anni dopo, nel 1841, il figliastro Stefano Stampa convince Manzoni a posare di nuovo, e questa volta per Francesco Hayez: il ritratto ora è a Brera, e mostra Alessandro, e non “Manzoni”. Con le gambe accavallate, la tabacchiera in mano, un sorriso appena accennato, in 15 sedute di posa Manzoni si ritiene molto soddisfatto (talmente soddisfatto che Hayez dipingerà una seconda tela, identica, da esporre a Brera nel 1874 e oggi alla Gam). Questa diventerà l’immagine ufficiale di Manzoni, su ogni libro di scuola.

Sorridente, rilassato, ironico. Alessandro.

Guida turistica di  – Monia Aldieri

Monia Aldieri

Ciao, sono Monia, storica dell'arte, guida turistica abilitata e soprattutto innamorata persa di Milano. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di conoscerla ogni giorno di più, e il mio scopo è proprio far comprendere a tutti…
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