Napoli

Sulle tracce di Spartaco in Campania

Eliana Sandretti
di Eliana Sandretti

“Altera Roma, l’altra Roma”: così Cicerone definiva l’Antica Capua, l’attuale città di Santa Maria Capua Vetere, ricordata per la sanguinosa rivolta dei gladiatori guidati da Spartaco nel 73 a.C. e celebrata nel 1960 nel film Spartacus di Stanley Kubrick.

La figura di Spartaco appare tuttora in innumerevoli film e serie TV, diventando un simbolo della lotta allo schiavismo.

Quest’uomo, nonostante sia nato libero, il suo destino lo ha portato alla schiavitù, diventando uno dei più importanti gladiatori della storia romana. Il suo ruolo era di mirmillone, cioè schiavo robusto ed equipaggiato in modo pesante. Lavorava nel grande Anfiteatro Campano di Capua, il più grande dell’epoca romana, prima della costruzione del Colosseo.

Nel 73 a.C. Spartaco ed i suoi compagni pianificarono una fuga che coinvolse più di 70 gladiatori. Per 4 anni tenne testa ai romani, vincendoli in numerosi e sanguinose battaglie.

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Chi erano i Gladiatori?

I gladiatori di solito erano schiavi, prigionieri di guerra, criminali condannati a morte, persone che non potevano pagare i propri debiti e persino giovani di famiglie decadute o volontari attirati da fama e ricchezza. La povera gente veniva resa schiava anche per reati minimi, quando non potevano pagare la pena pecuniaria, bambini abbandonati perché non riconosciuti dal padre. Chiunque diventasse gladiatore era automaticamente infamis per la legge e cittadino non rispettabile.

Erano costretti ad indossare un collare di ferro, con una piastra di bronzo su cui era incisa un’iscrizione che invitava chi la leggeva a trattenere lo schiavo fuggiasco e a riportarlo al proprietario con la promessa della ricompensa di una moneta d’oro: 

Sono fuggito, se mi riporterai dal mio padrone, riceverai un soldo”.

Inoltre, ogni lottatore era tenuto a prestare un solenne giuramento denominato sacramentum gladiatorum il quale recitava: 

 “Sopporterò di esser bruciato, legato, morso e ucciso per onorare questo giuramento”

Dove si allenava Spartaco?

Una serie di evidenze archeologiche hanno riconosciuto in Gneo Cornelio Lentulo il gestore della scuola gladiatoria allepoca della rivolta di Spartaco, infatti lo tenevano rinchiuso nelle sue prigioni a Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere. 

Della caserma, della prigione, dell’anfiteatro in cui avvenivano gli spettacoli e sotterranei in cui tenevano le bestie feroci, sono rimaste evidenze archeologiche, anche fruibili al turista.

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Scudo: reperto archeologico di Santa Maria Capua Vetere

Chi era il manager dei Gladiatori?

I gladiatori facevano capo ad un Lanista, imprenditore e proprietario della palestra (ludus) che organizzava gli spettacoli dei gladiatori e traeva profitto anche se il gladiatore moriva durante il combattimento. Molti sono gli elementi che inducono a ritenere che la gladiatura sia nata in Campania. Come abbiamo già accennato, la più antica scuola dei gladiatori era a Capua (attuale Santa Maria Capua Vetere), dove Gneo Cornelio Lentulo Batiato, (uno dei lanisti più prestigiosi del suo tempo) lavorava e gestiva il suo ludus gladiatorius, ricevendo facoltosi cittadini romani per i quali organizzava duelli tra gladiatori.

Possiamo dire, quindi, che il Lanista, non era altro che un impresario dedicante la sua professione ai Ludi Gladiatorii, proprietario di una Schola Gladiatorum e di numerosi gladiatori formanti la sua Familia, i quali venivano acquistati da schiavisti. Gli schiavi acquistati venivano condotti all’interno delle palestre dove si allenavano nella speranza di poter acquistare la propria libertà. 

Il Lanista che gestiva atleti di valore, poteva migliorare la propria posizione sociale. Questo ci fa capire che non è sempre vero ciò che vediamo nei film, in cui la sorte dei gladiatori rimanda alla loro morte, perchè è facile  comprendere come, per tutti gli i soggetti coinvolti nella grande azienda dei Ludi, fosse conveniente lasciare in vita i gladiatori migliori.

Oltre il Lanista, esisteva un medicus che valutava lo stato complessivo di salute dei gladiatori, allo scopo di assegnare loro la classe gladiatoria più idonea, sviluppandone lo sviluppo fisico con diete e allenamento. Sottoposti ad un pesante allenamento quotidiano i gladiatori venivano introdotti gradualmente allarte della lotta. 

Dopo un certo numero di incontri il gladiatore poteva ricevere il rudis, una spada di legno simile a quella che si utilizzava negli allenamenti. Da questo momento smetteva di combattere e restava nel ludus come allenatore, inserviente o arbitro. 

I Gladiatori vissuti in Campania erano tanti…

Ci sono tante evidenze archeologiche in Campania, in merito ai gladiatori. Non vi resta che seguirmi tra le strade di Pompei, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Paestum e Pozzuoli, per scoprire i segreti dei gladiatori 

Guida turistica di  – Eliana Sandretti

Eliana Sandretti

Ciao! Sono Eliana, napoletana doc, archeologa e guida turistica nella Regione Campania. Amo la mia terra, ricca di arte, storia, cultura e archeologia, ma anche di segreti e misteri tramandati nei secoli. Sono cresciuta viaggiando e dopo aver girovagato con…
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