Torino

E l’Egitto sbarcò a Torino…grazie ai Savoia

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di Gabriella Tesio

Il Museo di Antichità Egizie di Torino è il più antico museo al mondo dedicato interamente alla cultura egizia, e dobbiamo la sua esistenza ai…Savoia. E percorrendo lo spazio dell’ipogeo, recentemente riallestito si può scoprire la storia della sua nascita.

Conosciuto nel mondo come il Museo Egizio di Torino

I Savoia erano guerrieri ma anche collezionisti; prima i Conti e poi i Re di Casa Savoia erano collezionisti: di libri, oggetti, opere d’arte, ma anche di antichità. Uno dei maggiori amanti delle arti fu il Duca Carlo Emanuele I, che realizzò a Torino quella che era la Grande Galleria, il primo vero museo nella città dove si affiancavano testi, opere d’arte e oggetti antichi di cui era appassionato. Nel 1628 riuscì ad acquisire la collezione dei reperti del Cardinal Bembo Gonzaga, di cui faceva parte la Mensa Isiaca: ritenuto inizialmente un originale reperto egiziano, in realtà, dopo un’approfondita analisi effettuata da François Champoillon si scoprì un falso di epoca romana.

Ma l’amore per l’esotico da parte dei Savoia non finì qui.

Circa un secolo dopo, Vitaliano Donati scienziato padovano, su richiesta di Carlo Emanuele III fece una spedizione scientifica e commerciale in Egitto e nelle Indie Occidentali: da questa impresa arrivarono a Torino i primi reperti egiziani (circa 600 oggetti). E così arriviamo alla storia che conosciamo tutti, ovvero, quando Re Carlo Felice acquistò da Bernardino Drovetti l’immensa collezione di circa 3000 reperti che ha dato origine all’attuale museo… ma arrivando a Torino dove erano stati collocati? In questo bellissimo palazzo barocco, che ancora oggi lo ospita e che un tempo era il Collegio dei Nobili: realizzato da Michelangelo Garove nel 1679 e successivamente ampliato nella seconda metà dell’Ottocento dall’architetto Talucchi e Mazzucchetti. Solo che all’interno del palazzo non vi erano solo i reperti giunti dall’Egitto: infatti il palazzo ospitava già il museo di Scienze Naturali e reperti romani, preromani e preistorici, siccome lo spazio era condiviso con l’Accademia delle Scienze.

museo egizio

Man mano che aumentarono le acquisizioni, anche da parte di privati, si decise di scindere le tre realtà museali, lasciando lo spazio nel palazzo al Museo di Antichità Egizie. Fu soprattutto, con l’arrivo di Ernesto Schiapparelli e la Missione Archeologica Italiana in Egitto, finanziata anche da Vittorio Emanuele III che il museo iniziò a raggiungere l’importanza e la fama che ha ancora oggi. Infatti da questa spedizione archeologica, Ernesto Schiapparelli ritornò a Torino con importanti scoperte: dal villaggio di Der El-Medina residenza degli operari che lavorano del cantiere delle tombe reali della Valle dei Re e delle Regine, oltre a scoprire un piccolo microcosmo fatto di quotidianità, ritrovò intatta la tomba dell’architetto Reale Kha e della moglie Merit; e, sempre nella Valle delle Regine, scoprì la tomba della regina Nefertari.

E dopo di lui, negli anni Trenta del Novecento, fu Giulio Farina a proseguire le campagne di scavo andando ad arricchire ulteriormente il museo con reperti dell’epoca preistorica e copta.

Ora, fra tutti questi oggetti giunti nel 1824, la storia che mi piace più raccontare quando porto i miei turisti al museo è quella dell’enorme statua di Sethi II…

museo egizio

Enorme si, perché è alta oltre 5 metri e con un peso di 6 tonnellate era stata trasportata a Torino, prima su di una nave da guerra e successivamente su di un carro rinforzato con degli affusti di cannoni e trainata da coppie di cavalli. Giunta a destinazione, si pensò collocarla nel cortile del palazzo, visto che in origine sorreggeva il portico del tempio di Karnak. Solo che non si tenne in considerazione la differente escursione termica tra inverno egiziano e quello piemontese, quindi, giunti i primi freddi si decise di impacchettarla. Giunge in quei giorni François Champoillon come aiuto per l’inventario degli oggetti, a cui non piacque la collocazione della statua ed inscenò una singolare protesta: fece stampare a sue spese un volantino in cui il “faraone Sethi II si lamenta con Re Carlo Felice per non essere trattato come un re, ma impagliato”… La protesta giunse alle orecchie dell’allora direttore del museo e del Re di Sardegna, che spiegarono le reali motivazioni per come era stata trattata la statua reale…

Vi aspetto, con altre piccole curiosità, per scoprire questo meraviglio museo: il secondo più importante al mondo, dopo quello del Cairo.

Guida turistica di  – Gabriella Tesio

Gabriella Tesio

Il mio nome è Gabriella. Sono nata e cresciuta in Piemonte. L’amore per la mia terra è la mia Professione e farvela assaporare è la mia Missione. In qualità di Guida Turistica Abilitata delle Province di Cuneo Torino ed Asti,…
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