Roma

La Tomba di un famoso Pontefice Quattrocentesco

Gianluca Pica ItalyProGuide
di Gianluca Pica

La celeberrima Basilica di San Giovanni in Laterano, considerata non a caso la madre di tutte le chiese poiché sarebbe stata la prima, ed ufficiale, chiesa cristiana eretta a Roma, ospita innumerevoli opere d’arte e meraviglie: affreschi rinascimentali, reliquiari del XIX secolo, elementi medioevali e via discorrendo. Tra le tante sorprese della Basilica di San Giovanni in Laterano, però, c’è un monumento funebre molto interessante per fattura e importanza, in quanto vicinissimo al ciborio, dunque al centro nevralgico della chiesa, abbiamo la tomba di un papa molto famoso: Martino V della famiglia Colonna. Scopriamo insieme qualcosa in più su di lui.

Oddone Colonna, questo il suo nome, apparteneva alla celeberrima famiglia baronale romana che, nel corso dei secoli, diede a Roma cardinali e sindaci, tanto per dare un’idea. Ebbene fu però Oddone Colonna a dare grandissimo prestigio alla sua famiglia diventando pontefice nel 1417. Peccato che, però, la sua elezione avvenne in un clima avvelenato e battagliero tanto che, giusto per rendersi conto, il nostro Oddone Colonna fu eletto pontefice non a Roma, bensì a Costanza, in Germania. Quell’anno fu decisivo per risanare la profonde ferite derivanti dal cosiddetto Scisma d’Occidente quando, a seguito del ritorno del pontefice da Avignone a Roma, il clero si spaccò esattamente in due: chi voleva rimanere in Francia e chi, invece, volle tornare nella Città Eterna. Ciò determinò un clima di caos e d’incertezza, con l’elezione di papi ed antipapi, sino a che nel 1417, a seguito del Concilio di Costanza, non vennero messe a posto le cose. Con l’intercessione dell’imperatore del Sacro Romano Impero si stabilì che Oddone Colonna, il quale prese il nome di Martino V, fosse l’unico papa, mentre gli altri avrebbero dovuto rinunciare alle loro cariche ecclesiastiche e pretese. Così, nel 1417, Martino V, legittimato nei suoi pieni poteri, partì dalla Germania per raggiungere Roma. Il viaggio fu molto lungo, indubbiamente…

Pensate, infatti, che solo nel 1420 il nuovo papa entrò nella Città Eterna.

Il motivo di un così lungo periodo tra la sua partenza ed il suo arrivo? Semplicemente il pontefice voleva tastare il terreno, voleva tessere nuovi e giusti rapporti a Roma, voleva essere sicuro di non trovare resistenze al suo arrivo in città. Così fu, peccato che, una volta giunto, Martino V si rese conto di come Roma fosse un luogo poco ospitale. Edifici pubblici e privati, civili e religiosi particolarmente fatiscenti, reti fognarie poco curate, strade e ponti luridi e da risistemare. Per tale ragione Martino V puntò forte su una politica restauratrice, anche dal punto di vista architettonico. Puntò a dare una pulita al sistema viario, a sistemare prigioni e ponti, chiese e basiliche. Puntò, insomma, a rendere Roma una città moderna, per l’epoca. Il processo decorativo, artistico e restauratore di Roma toccò anche la Basilica di San Giovanni in Laterano, una delle chiese più importanti di Roma, ieri come oggi. Fu chiamato Gentile da Fabriano, celeberrimo artista dell’epoca non romano, che Martino V portò appositamente con sé nel suo viaggio verso la Città Eterna, per dare una sistemata alla madre di tutte le chiese. Non sorprende, dunque, se alla sua morte fu tenuto in caldo un posto d’onore per Martino V, la cui sepoltura fu collocata proprio qui, dove la vedete voi oggi: nei pressi del ciborio della Basilica di San Giovanni in Laterano.

San Giovanni in Laterano

Come vedete il volto ed il corpo del pontefice emergono con naturalezza dalla lastra bronzea utilizzata per creare il monumento funebre.

Il cuscino ricamato su cui poggia il capo del defunto è spettacolare, non c’è che dire, così come l’eleganza ma allo stesso tempo il senso di potenza che emergono dalla figura del pontefice. Ed ora guardate il volto di Martino V, così austero, severo ma allo stesso tempo placido. Si immagini che il pontefice era anche una persona abbastanza umile, a quanto pare, se è vero che, come fu lasciato scritto nel testamento, volle farsi tumulare direttamente in terra, a contatto diretto con il terreno. Non aveva bisogno di un grandioso monumento funebre. Peccato, da un certo punto di vista, che alcuni suoi parenti non furono per nulla d’accordo con le disposizioni testamentarie. Ed ecco perché, oggi, qui nella Basilica di San Giovanni in Laterano possiamo vedere questa meraviglia scultorea, questo straordinario monumento funebre in bronzo.

Pare che lo stesso Donatello, o quantomeno artisti della sua cerchia, furono chiamati a realizzarlo. Bello, vero?

Guida turistica di  – Gianluca Pica

Gianluca Pica

Eyes of Rome
Mi chiamo Gianluca e sono una guida turistica locale, nonché abilitata, a Roma e provincia. Mi reputo fortunato perché questa professione è la mia passione, e per questo mi piace poter condividere con voi le bellezze di Roma, in tutte le sue…
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