Milano

Quattro passi tra “l’urne de’ forti”

Marica Magni
di Marica Magni

C’è un luogo a Milano dove il viaggiatore può sperimentare, a seconda dei gusti, un viaggio immersivo nell’arte e nella storia, una passeggiata curiosa tra le alterne fortune dei VIP o anche,  per le menti più speculative, una riflessione profonda sul destino dell’uomo. E’ il Cimitero Monumentale.

L’imprenditoria milanese alla prova

Inaugurato nel 1866, poco dopo l’Unità d’Italia, fu dapprima aperto a tutti, senza distinzione di classe o di religione, tanto da prevedere da subito i recinti degli “Acattolici” e degli “Israeliti”. Verso la fine dell’Ottocento, con la crescita della popolazione urbana e l’apertura del nuovo Cimitero Maggiore, l’ingresso cominciò a essere condizionato dal censo e il Monumentale divenne il luogo dove la borghesia industriale in ascesa poteva celebrare i propri fasti ed eternare il proprio successo.

Dai Falck ai Bocconi, dai Campari ai Branca, i Borletti, i Mondadori, i Feltrinelli, i Pirelli:, ecc.: per le grandi famiglie dell’imprenditoria milanese una tomba al Monumentale divenne uno “status symbol”, segnale evidente della ricchezza e del prestigio raggiunti. Più grande e costoso il monumento, più potente la famiglia.

tomba falk
Tomba Falck (particolare), scultore Giannino Castiglioni, 1939-42

Come a una mostra d’arte

Fin dagli Anni Ottanta dell’Ottocento le nuove sepolture venivano “scoperte” il giorno dei Morti, quando la ricca borghesia s’affollava per i vialetti del cimitero come a un’esposizione d’arte, per vedere e farsi vedere, mentre i quotidiani ne riferivano dettagliatamente come di un “vernissage”, con rubriche fisse intitolate “Il 2 novembre”.

Negli oltre 250.000 metri quadrati di estensione del Monumentale si contano circa 15.000 sepolture monumentali e 900 cappelle, in gran parte opera di famosi architetti e scultori. Si va dallo scultore liberty Leonardo Bistolfi all’architetto razionalista Giò Ponti, da Lucio Fontana a Francesco Messina e Fausto Melotti, tra gli altri.

Per questo il Cimitero Monumentale può essere considerato un sensazionale museo d’arte “a cielo aperto”, che documenta la vicenda artistica milanese e lombarda dal Realismo Romantico al Simbolismo Liberty, fino all’età contemporanea.

Tomba Goglio
Tomba Goglio, scultore Arnaldo Pomodoro, 1969

“A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti”

In facciata il grande cortile d’ingresso è dominato dal Famedio, ossia il “tempio della Fama”: un edificio pensato in origine come chiesa, poi trasformato nel “pantheon” degli illustri, milanesi o non milanesi che hanno contribuito a rendere grande Milano. Sulle orme delle parole di Ugo Foscolo ne “I Sepolcri”, a favore della funzione delle tombe dei grandi come esempio di virtù da imitare per i vivi, nel Famedio sono sepolti o ricordati personaggi come Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi, Dario Fo e Franca Rame, Alda Merini, Enzo Jannacci.

Tomba Omodeo
Tomba Omodeo, scultore Odoardo Tabacchi, 1876

Data l’estensione del luogo e il numero consistente di monumenti è possibile visitare il Monumentale più volte, scegliendo ogni volta un itinerario diverso.

Una visita standard richiede un minimo di 2 ore, scarpe comode per camminare sulla ghiaia dei vialetti e un cappello in estate. In caso di pioggia si sceglierà l’itinerario nelle gallerie al coperto.

Guida turistica di  – Marica Magni

Marica Magni

Nata a Milano, laureata in Storia dell’Arte, Certificate of Proficiency in English, dal 2009 lavoro come guida turistica abilitata a Milano, Monza e Brianza, Lecco. E mi piace enormemente. Quando lavoro sono felice e ho l’ambizione di rendere felice chi…
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