Milano

La “Cappella Sistina” milanese

Marica Magni
di Marica Magni

Forse non tutti sanno che a Milano c’è una chiesa ricoperta da tanti e tali magnifici affreschi da essere stata paragonata dai milanesi alla Cappella Sistina. Intendiamoci, con le dovute precisazioni: qui non troveremo infatti opere di personalità d’eccezione o nomi altisonanti. Si tratta, più semplicemente, della raffinata produzione di una schiera di artisti locali, ma che rappresentano il meglio del Rinascimento lombardo cinquecentesco.

Rinascimento lombardo

Artisti lombardi a partire dall’architetto, che la critica ha recentemente individuato in Cristoforo Lombardi (di nome, oltre che di fatto…), il quale, certamente a conoscenza delle novità introdotte a Milano da Donato Bramante a fine Quattrocento, progettò una chiesa a navata unica, divisa in due aule da un tramezzo e scandita ritmicamente da campate identiche, caratterizzate da misure proporzionali e da elementi architettonici “all’antica”, con cappelle perimetrali sormontate da una galleria praticabile.

Il titolo esatto della chiesa, San Maurizio al Monastero Maggiore, ci dice che si trattava di un edificio annesso a un monastero, “il Maggiore” appunto, ossia uno dei più importanti monasteri benedettini milanesi dove per secoli le famiglie patrizie rinchiusero le figlie destinate alla clausura.

Mecenatismo a fini celebrativi

La prima delle due aule, quella accessibile dalla strada, era aperta al pubblico degli aristocratici parenti delle monache e ben presto si trasformò nell’aula celebrativa di una delle famiglie più illustri, i Bentivoglio, imparentati con gli Sforza, signori di Milano.Fu Ippolita Sforza Bentivoglio, regina dei salotti intellettuali milanesi, che ordinò al pittore leonardesco Bernardino Luini  gli affreschi del tramezzo che, nelle figure di sante martiri e degli stessi committenti in pose classiche e vesti sontuose, esaltavano i fasti della famiglia. Nelle cappelle laterali, già a destinazione funebre, altri rami della casata affidarono alla stessa bottega del Luini dipinti sulla Passione di Gesù e le vite di santi.

Attraverso un angusto passaggio, al di là della parete divisoria, eccoci nell’aula un tempo riservata alla clausura, anch’essa completamente affrescata e dotata di un severo coro ligneo cinquecentesco e di un meraviglioso organo coevo ancora perfettamente funzionante.

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Aula dei fedeli. Santa Cecilia e sant’Orsola

Milano, capitale dell’Impero Romano

Ma accanto alla chiesa, negli spazi oggi occupati dal Museo Archeologico, sono ancora visibili alcuni edifici e strutture murarie risalenti a un’epoca molto più antica. Il monastero infatti fu fondato nell’alto medioevo, probabilmente tra la fine dell’età longobarda e l’inizio dell’età carolingia, da un personaggio di spicco – che la leggenda individua ora in Desiderio, ultimo dei re longobardi, ora in Ottone I, Imperatore del Sacro Romano Impero. Il luogo non fu scelto a caso, ma selezionato per via della presenza dei resti di poderosi edifici d’età romana ancora in piedi, che furono quindi riutilizzati e inglobati nella fabbrica monastica.

Il campanile della chiesa, ad esempio, altro non è che una delle due torri del circo romano, che sorgeva accanto al Palazzo Imperiale dove Costantino il Grande sdoganò il Cristianesimo nel 313, quando Milano era una delle capitali dell’Impero. La parete che divide la chiesa in due aule, è impostato sulle fondazioni delle mura della città romana di cui è ancora conservata una delle torri perimetrali di guardia oggi visibile nel giardino del Museo Archeologico.

Dai meravigliosi affreschi rinascimentali alle grandiose vestigia romane questo angolo poco noto di Milano consente quindi un sorprendente viaggio a ritroso nel tempo. Affrontiamolo insieme con un’appassionante visita guidata: vi aspetto!

Guida turistica di  – Marica Magni

Marica Magni

Nata a Milano, laureata in Storia dell’Arte, Certificate of Proficiency in English, dal 2009 lavoro come guida turistica abilitata a Milano, Monza e Brianza, Lecco. E mi piace enormemente. Quando lavoro sono felice e ho l’ambizione di rendere felice chi…
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