Napoli

Toto: il “Principe” del Rione Sanità

Luisa Fucito
di Luisa Fucito

Rione Sanità, cuore vero pulsante della Napoli, che non finisce mai di stupire per la sua storia, il suo fascino e il suo potenziale fatto di una gioventù culturalmente ricca e preparata, desiderosa di un riscatto giusto, doveroso e non “nostalgico”, come recita l’ultimo spettacolare film di Mario Martone, che è proprio ambientato nei suoi vicoli. 

L’antico borgo che ha dato i natali “illustri, nobilissimi e perfetti, da fare invidia a Principi Reali?”, come recita la poesia “A’ livella” di uno dei suoi più amati e indimenticabili figli, Antonio De Curtis, in arte Totò. Un grande uomo, un artista, un genio che deve essere sempre celebrato e che proprio per il cinquantenario della morte, nel 2017, vide finalmente collocato un suo ritratto, un busto bronzeo vicino alla casa natia. 

 

Gli autori di quest’opera sono i fratelli Scuotto della bottega d’arte “La Scarabattola”, nata a Napoli nella seconda metà degli anni Novanta, nei decumani del centro storico, in Via Tribunali.  Gli Scuotto si sono detti fortunati a essere stati coinvolti nell’omaggio al grande artista, grazie alla commissione ricevuta da un mecenate francese, Robert Leon, un imprenditore da sempre amante di Napoli, dell’arte e di Totò, che fece una donazione alla Fondazione San Gennaro, a patto che l’opera rimanesse in pianta stabile nei pressi  di via Santa Maria Antesaecula, dove Totò è nato e ha vissuto la sua prima e difficile gioventù.

Gli Scuotto si definiscono dei “moderni cesellatori di manufatti postmoderni…, artigiani, artisti, promotori culturali…, per cui l’arte sembrava sopravvalutata dal pensiero piuttosto che dal fare, ecco che (con loro) il limite tra le due componenti creative si sfuma fino a formulare un’unisona definizione di arte/artigianato: dove finisce l’una comincia l’altro”, ecco la perfetta sintesi del loro pensiero riportata nella home page del loro sito.  

I fratelli Scuotto con Sergio Leon e la moglie
I fratelli Scuotto con Sergio Leon e la moglie

Il  lavoro della “La Scarabattola” è conosciuto in Italia e all’estero anche grazie all’allestimento di prestigiose mostre allestite a Napoli, presso la Chiesa di San Severo al Pendino, Castel dell’Ovo e il Complesso di San Lorenzo Maggiore e la Reggia di Caserta, ma sono famosi anche per aver realizzato diversi presepi monumentali, dalla Casa Reale di Spagna a Gerusalemme, dalla Francia a New York e proprio quest’anno, per il loro luogo del cuore, la chiesa di Santa Maria alla Sanità, per cui hanno creato un mitico, mistico e surreale “Presepe favoloso”.




La loro ricerca parte sempre dal racconto della cultura della loro città, da dove traggono ispirazione per poi arrivare a una rappresentazione della realtà con riferimenti sociali e innovativi, nella ferma volontà di distruggere pensieri stereotipati e luoghi comuni.

Ed è proprio con questo spirito che ci accompagnano alla ricerca del vero Principe di Napoli, per poi arrivare a trovare un Totò, lontano dalla caricatura o dalla tipica interpretazione della macchietta.

L’artista, infatti, si presenta davanti ai nostri occhi in abiti borghesi, mentre osserva la città dall’angolo della salita Capodimonte, intento ad affacciarsi a una finestra a poche decine di metri dal palazzo vetusto e cadente, dove nacque e dove è ritornato quasi che voglia scrutare i passanti del suo vecchio rione.  Il busto bronzeo, in maniera molto libera e innovativa, è stato collocato ad altezza d’uomo, forse per porlo in dialogo con chi lo incontra e per poterlo guardare negli occhi, mentre accigliato e pensoso ci mostra uno sguardo fiero, deciso, quasi albagioso.  I fratelli Scuotto, infatti, hanno voluto rappresentare il grande Totò cercando di non ricadere nell’esasperazione caricaturale ma utilizzando, in modo conciso e deciso, i tratti che l’hanno contraddistinto, rendendolo inconfondibile e, con intento quasi didascalico, gli hanno riportato vicino la frase “Signori si nasce e io lo nacqui”

Busto Toto –Salita Capodimonte Rione Sanità
Busto Toto –Salita Capodimonte Rione Sanità

Come sempre non bisogna dimenticare, anche la fonderia che ha realizzato questa fusione in bronzo, infatti, è sempre importante evidenziare nel caso di una fusione a cera persa la collaborazione fra gli artisti e le fonderie, in particolare quelle che hanno saputo  creare un rapporto molto intenso d’affiatamento, che alla fine ha determinato, a conclusione dell’opera, sia la soddisfazione per l’artista, che si è rivolto alla fonderia, sia quella della stessa fonderia, che è riuscita ad accontentare le esigenze dell’artista. Infatti, non più protagonista, lo scultore si limita a seguire da vicino le fasi del lavoro, ma il desiderio e lo scopo, che devono improntare ogni fase di questo delicato processo, sono che rimanga inalterato lo spirito e la forma che l’artista ha conferito al suo modello. 

Questo è il caso della Fonderia Chiurazzi, passata alla storia per le sue riproduzioni museali, ma che è sempre riuscita a infondere negli artisti, dei quali ha eseguito le fusioni, profonda fiducia e rispetto reciproco, che ci fa ricordare che dietro le sculture in bronzo ci sono le fonderie, con l’evoluzione della tecnica della fusione a cera persa, i diversi procedimenti e materiali che nel tempo hanno preso sempre più spazio nel contesto del millenario processo, e che, quindi, devono essere ben evidenziati e valorizzati. 

Quindi da questa sinergia data da un modello grande da immortalare, da bravi e innovativi artisti e da un ottimo e storico laboratorio di fusione, che è nata un’opera mirabile ad  imperitura memoria: “il busto bronzeo di Antonio De Curtis alla Sanità”.

Guida turistica di  – Luisa Fucito

Luisa Fucito

Sono una storica dell’arte, docente, guida abilitata della Regione Campania n° 1386 e consulente di fonderie artistiche e perito d’antiquaria del Tribunale di Napoli, curatrice di mostre e esposizioni di scultori contemporanei e scrittrice di libri, poesie e saggi d’…
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