Il Corridoio Vasariano: Un percorso unico nella storia
Una data storica per il patrimonio artistico
Il 21 dicembre 2024 è diventata una data storica nel patrimonio artistico. Da quel giorno è possibile visitare il Corridoio Vasariano, per la prima volta nella storia con un biglietto museale aggiuntivo a quello alla Galleria degli Uffizi a Firenze.
Dopo 8 anni di restauro, il direttore degli Uffizi, Simone Verde, ci ha fatto questo regalo proprio alla vigilia di Natale.
D’altronde dicembre è stato anche il mese in cui Vasari lo completò, nel lontano 1565.
Cos’è il Corridoio Vasariano?
Si tratta di uno dei percorsi inusuali più ambiti di Firenze, il cosiddetto “Percorso del Principe”: un percorso che allora, iniziava già da Palazzo Vecchio, e proseguiva attraverso il passaggio sospeso in via della Ninna entrando direttamente negli Uffizi, sul corridoio di Levante per poi scendere giù dentro il vero e proprio corridoio segreto.
La Prof.ssa Francesca Funis, docente universitaria ed esperta di Architettura Vasariana e Rinascimentale, lo definisce, “una strada sopra la città”; è, in effetti, una “strada” pensile che sovrappassa le vie, le case e il fiume Arno. Ma esso è anche una postazione visiva; uno sguardo sulla città e sulla vita quotidiana dei sudditi, riservato solamente al Principe e alla sua corte.
Dalle finestrelle tonde, i famosi “occhi” del Vasari, la famiglia Medici poteva non solo guardare, senza essere vista, ma anche ascoltare, come spettatore a teatro.
La vista sul ponte Santa Trinita, inquadrata dalle enormi finestre centrali occidentali su Ponte Vecchio, fu privilegiata solo dopo il 1860 quando, per permettere al re Vittorio Emanuele II di godere dei fuochi d’artificio lanciati sul ponte alla Carraia, le tre originarie finestre Vasariane rettangolari furono trasformate in un “terrazzo provvisorio”.
Le origini del Corridoio Vasariano
Siamo nel 1565, Vasari sta lavorando ancora agli Uffizi, un progetto ambizioso per accogliere la sede delle Magistrature e degli Uffici governativi, la più moderna e bella d’Europa, commissionatogli dal Duca Cosimo I dei Medici.
Mai avrebbe immaginato Cosimo I che quel palazzo un giorno sarebbe diventato un Museo.
I Medici abitavano nell’allora Palazzo della Signoria, denominato in seguito Palazzo Vecchio, in contrapposizione a Palazzo Pitti, acquistato dalla duchessa Eleonora di Toledo, sposa di Cosimo I e adattato a futura residenza medicea.
La distanza che separava le due dimore era di circa 1 chilometro e l’Arno si frapponeva. La catastrofica alluvione del 1557, che aveva distrutto tutti i ponti fiorentini, tranne Ponte Vecchio, aveva traumatizzato la città, spezzandola in due tronconi incomunicabili.
Cosimo I de’ Medici ambiva ad un transito sicuro, non esposto allo sguardo dei sudditi, indifferente alle furie del fiume: un tragitto aereo che sovrappassasse strade, edifici e fiume, con una presenza tanto indiscutibile quanto ermetica. E così Vasari creò il Corridoio che da lui prese il nome.
Un capolavoro architettonico
Un’architettura camaleontica e mercuriale. La cosa sorprendente è che Vasari la costruì in soli pochi mesi, esattamente da marzo 1565 a dicembre 1565, per essere pronto per le nozze tra il principe ereditario Francesco I de’ Medici e l’arciduchessa Giovanna d’Austria.
Il 17 dicembre 1565, il camminamento aereo era agibile, mancavano solo gli infissi che saranno montati a dicembre 1568.
“Un Corridore di regia magnificenza, come piacque al Granduca”, verrà definito nella guida di Firenze del 1591 di Francesco Bocchi.
Nelle “Ricordanze”, Giorgio Vasari non nasconde il legittimo orgoglio per la capacità organizzativa e la perizia tecnica con cui condusse a termine in pochi mesi il prodigioso Corridoio aereo: “condussesi in cinque mesi, cosa che non si credeva che si conducesi in 5 anni. Costò scudi undicimila”.
Un corridoio nella storia
Un’opera unica al mondo. E chissà, si sarebbe potuto rivelare una provvidenziale via di fuga in casi di assedio militare, come lo fu l’unico passetto sulle mura fra i palazzi Vaticani e Castel Sant’Angelo, che durante il sacco di Roma (6 maggio 1527), consentì a Papa Clemente VII Medici di sottrarsi alle truppe imperiali e che fu d’ispirazione per il Vasari.
La cosa ancora più emozionante quando si attraversa questo passaggio di circa 800 metri è pensare che, a 4 secoli di distanza, esso prestava un grande servizio alla causa della libertà del popolo fiorentino in lotta contro l’occupazione nazifascista.
I partigiani lo percorsero per raggiungere gli alleati che avanzavano in Oltrarno, aggirando le truppe naziste che avevano fatto saltare tutti i ponti e minato i lungarni attorno a Ponte Vecchio, unico ponte superstite.
“Chi visiterà il Corridoio Vasariano sentirà una grande emozione artistica e paesaggistica per il paesaggio al di sopra dell’Arno, ma potrà pensare anche di ripercorrere i passi di un’impresa ormai leggendaria di quei tre uomini, Ragghianti, Fischer e Niccoli, e il loro cammino verso la libertà!”
Bibliografia
- Il Corridoio Vasariano degli Uffizi, a cura di Caterina Caneva, Silvana Editoriale
- Il Corridoio Vasariano. Una strada sopra la città, Francesca Funis, Sillabe
- Il Corridoio Vasariano e la liberazione di Firenze nel 1944, Valdo Spini, Galleria degli Uffizi