Roma

Un capolavoro della scultura antica: il Galata suicida a Roma

Gianluca Pica ItalyProGuide
di Gianluca Pica

Il museo di Palazzo Altemps di Roma sa impressionare per la meravigliosa collezione di opere d’arte antiche ma, anche, per la straordinaria cornice in cui essa è esposta. L’edificio, infatti, è uno dei più bei esempi di architettura rinascimentale della Città Eterna, un palazzo nobiliare che, nelle sue sale affrescate e decorate, presenta manufatti di epoca greco – romana incomparabili. Tra questi, oggi, vi vorrei parlare del celeberrimo Galata Suicida, un intenso gruppo scultoreo in marmo che vi farà capire molti aspetti dell’arte e della mitologia di un tempo.

Il Galata Suicida è un capolavoro del I secolo a.C., una copia romana di un’originale scultura realizzata nel III secolo a.C. da Epigono, scultore di cui ci sono rimaste tracce documentali.

Fu a lui, a Epigono, che nel lontano III secolo a.C. fu commissionata l’impianto decorativo che Attalo, re della celeberrima città – stato di Pergamo, volle realizzare per celebrare le sue vittorie militari intraprese contro i Galati. Costoro erano barbari, nella visione greca, popolazione semi tribale che viveva ai confini di Pergamo. Il modo migliore che, all’epoca, si conosceva per commemorare la vittoria sui nemici era proprio questo: architettura e arte. Il gruppo scultoreo che vediamo qui, oggi, esposto a Palazzo Altemps a Roma è la copia di una delle opere d’arte dell’antico monumento costruito a Pergamo che aveva, come unico obiettivo, quello di celebrare la vittoria dei greci e la sconfitta dei barbari.

 

E vediamo allora questo Galata in marmo, colto nel gesto più estremo che esista. Nella classica nudità che, nell’antichità, sottolineava la prestanza fisica e la perfezione della natura, vediamo l’uomo conficcarsi la spada sulla spalla. Si notano lo squarcio creato dall’arma, con il sangue che copioso comincia a scendere. La punta della spada non si vede più, e già sparito nelle carni marmorei. Il gesto, questo suicidio, non ci deve sorprendere più di tanto, poiché soprattutto per i guerrieri era un modo onorevole di uscire di scena, di accettare con onore la sconfitta. In questo modo, di riflesso, gli abitanti di Pergamo potevano apprezzare la caparbietà e il senso di giustizia dei nemici, così da accrescere anche il senso della loro vittoria. Ma non finisce qui! Il Galata, così preso dalla sua morte, ha già commesso un altro delitto. Praticamente accasciata al suolo vediamo una donna, già priva di vita. Dobbiamo immaginare che la figura femminile sia la moglie dell’uomo, la quale è già stata uccisa da quest’ultimo per evitare di farla cadere in mano nemica. Il suicidio dunque è duplice. Il realismo dato dal gruppo scultoreo è impressionante, il virtuosismo nella scelta delle posizioni dei corpi, il dinamismo di quest’ultimi. Tutto qua, ci parla di emozioni, realismo e movimento.

galata suicida

Per concludere è giusto sottolineare come il cosiddetto Galata Suicida, qui a Palazzo Altemps a Roma, rappresenta molti aspetti dell’arte antica. Innanzitutto come i romani di un tempo usassero replicare, più e più volte, opere d’arte greche che consideravano utili ai loro scopi, o semplicemente belle. Inoltre si comprende come l’arte, soprattutto quella pubblica, avesse anche un’importante valore sociale e politico. La fierezza del Galata qui rappresentato, in marmo, sottolinea la grande vittoria riportata dalla città – stato di Pergamo, rappresenta la sconfitta dei nemici. Infine è probabile che il nostro Epigono, lo scultore del III secolo a.C., si sia ispirato per l’originale gruppo scultoreo ad un poema epico poco conosciuto, chiamato Posthomerica. Anche questo scritto ci narra della celeberrima guerra di Troia, descrivendo anche molteplici casi di suicidi collettivi che, da vicino, ci ricordano quello immortalato in questo meraviglioso gruppo scultoreo. Tra mito e arte, insomma.

Guida turistica di  – Gianluca Pica

Gianluca Pica

Eyes of Rome
Mi chiamo Gianluca e sono una guida turistica locale, nonché abilitata, a Roma e provincia. Mi reputo fortunato perché questa professione è la mia passione, e per questo mi piace poter condividere con voi le bellezze di Roma, in tutte le sue…
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