Napoli

Napoli Liberty “N’aria e primmavera”

claudia palazzolo
di Claudia Palazzolo

La mostra sul Liberty a Napoli, Palazzo Zevallos

Si è inaugurata di recente, nella splendida cornice di Palazzo Zevallos, un’interessante mostra dedicata al Liberty a Napoli. Se organizzare, allestire ed inaugurare una mostra in questi tempi così difficili e complessi è a dir poco coraggioso, c’è da dire che i risultati sono veramente lusinghieri, vista la varietà e la bellezza delle opere esposte che ricostruiscono appieno l’ampio spaccato del Liberty partenopeo.

Appena entrati si viene avvolti da un’atmosfera sognante, sia grazie al bellissimo salone del Palazzo, il cui ampio lucernario in vetro rimanda proprio all’architettura di inizio Novecento, sia grazie allo splendido quadro di Giovan Battista De Curtis (Napoli 1860- 1926), Sogno a Venezia, in cui il sogno di una fanciulla placidamente addormentata si materializza in una piacevole nuvola di fiori ed in un paesaggio sperduto in lontananza che fa presagire chissà quali orizzonti.

napoli liberty
Giovan Battista de Curtis, Sogno a Venezia, 1890, Collezione Intesa Sanpaolo
Referenze fotografiche Archivio patrimonio artistico Intesa Sanpaolo, foto Claudio Giusti

Affrontare il tema del Liberty a Napoli significa studiare la storia di un città che a partire dagli anni ’80 del XIX secolo, ed in particolare dopo la tragica epidemia di colera del 1884, aveva varato il Risanamento deliberando la distruzione di molti quartieri fatiscenti della città per far luogo a più moderne costruzioni; nascono la Galleria Umberto  -tipico esempio di architettura in ferro e vetro all’italiana-  e quartieri nuovi, con vie ampie e rettilinee, che sarebbero diventati di lì a poco appannaggio della borghesia cittadina;  Chiaia, Posillipo ed il  Vomero si arricchiscono così di nuovi edifici ispirati allo stile floreale, mentre i salotti si riempiono di opere di piccolo formato dalle linee morbide e sinuose che incarnano un’arte nuova ispirata alle tendenze europee .

La storia del Liberty napoletano è tutta nel delicato passaggio tra il vecchio ed il nuovo e nell’eclettismo di una cultura che da secoli ha sempre saputo fondere e reinterpretare le tendenze più diverse.

Nelle sale della mostra sono infatti esposte opere appartenenti ai generi ed agli artisti più diversi, tutte accomunate da una profonda adesione al nuovo tema.

Si passa dallo splendido Ritratto di Paolo Ricci, opera di Vincenzo Gemito, che nella sua fisicità e nel profondo realismo accarezza atmosfere moderniste grazie all’indagine psicologica del protagonista, agli interessanti esempi di pittura. A Napoli infatti in questi anni l’arte si manteneva in bilico tra le atmosfere secessioniste di Felice Casorati -attivo in città fra il 1908 ed il 1911- e quelle più nostrane interpretate da Vincenzo Migliaro (Napoli 1858-1938) la cui splendida tela Seduzioni esposta in mostra rivela un autore attento ai risvolti del vero ma anche a quelli dell’anima.

E poi i mobili, di stile eclettico e le splendide maioliche, provenienti dal M.A.I., cioè dal Museo artistico Industriale inaugurato unitamente all’apertura delle Scuole Officine con l’intento di ospitare le opere degli allievi più meritevoli affinché si formasse il gusto delle generazioni future.

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Vincenzo Migliaro, Seduzioni, 1906, Napoli, collezione privata,
ref. Fotografiche: Blindarte 2004, lotto n. 294

Non si potrà andar via dalla mostra senza aver ammirato gli splendidi gioielli Liberty – molti di collezione privata, fra cui spiccano quelli in corallo, in omaggio alla tradizione dei ben noti corallai di Torre del Greco – e senza aver osservato con attenzione i Manifesti Mele. Nati per fare pubblicità a dei famosi magazzini di abbigliamento che avevano sede in via Verdi, nei pressi del San Carlo, divennero esempio  di  una prima forma di pubblicità cartellonistica, descrivendo una figura femminile elegante e sinuosa, dai fianchi morbidi e dal vitino di vespa; quella per intenderci che avremmo potuto incontrare negli ampi viali della rinnovata Villa Comunale, un paradiso affacciato sul mare, oppure a via Toledo, magari indossando quella “vesta scullata” e quel “cappiello cu ‘e nastre e cu ‘e rrose” di cui favoleggiò Libero Bovio quando scrisse la sua struggente Reginella.

Guida turistica di  – Claudia Palazzolo

Claudia Palazzolo

Sono nata a Roma, ho vissuto l' infanzia a Benevento e poi sono approdata a Napoli, dove vivo. La mia storia è un mix interculturale con un unico tratto in comune: l'amore per l'arte e per la mia Partenope, di…
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