Visitare l‘antica città di Pompei è qualcosa di indescrivibile, per avere la sensazione di viaggiare indietro nel tempo devi entrare nella città passando attraverso una delle antiche porte d’ingresso, e quando inizierai a passeggiare lungo le strade dell’epoca (Decumani e Cardini) ti sembrerà udire ancora le voci dei pompeiani, il rumore dei carri, quelli che scorrazzavano per la città carichi di merce proveniente non solo dai paesi del Mar Mediterraneo ma anche dall’Oriente. Solo quando ti accorgerai di esserne totalmente travolto e catapultato indietro nel tempo che allora ti sembrerà avvertire nell’aria ancora quel profumo di cibo speziato proveniente dalle Thermopolia (fast food dell’epoca).
Terminata la visita della città, quando lascerai il suolo pompeiano ti sentirai così soddisfatto ed appagato, che ti sembrerà di aver assaggiato in una bellissima e preziosa coppa di cristallo uno straordinario pezzo di antichità. Tra le tante cose che possiamo visitare a Pompei di particolare interesse sono i suoi centri termali, dove ti rendi conto dell’ingegnosità adoperata soprattutto nelle tecniche di riscaldamento. Per questo motivo mi piace ricordare ciò che diceva a riguardo il grande Archeologo Maiuri, ossia Pompei con i suoi bagni pubblici e le sue terme costituisce il primo fondamento per lo studio dell’architettura termale romana.
Le terme all’epoca rappresentavano anche un centro di aggregazione.
Vi era la possibilità di incontri con personaggi di grosso calibro ai quali si chiedevano favori vari, ma lo scopo delle terme era soprattutto quello terapeutico.
I bagni di sudore infatti avevano lo scopo di far espellere le tossine malsane, contribuire a modificare la pressione arteriosa, e a riattivare il ricambio organico.
Fino all’età repubblicana le terme erano suddivise in due sezioni, quella maschile e quella femminile, all‘interno delle quali sono ancora ben conservati gli ambienti dove ci si immergeva: il calidarium (caldo), tiepidarium (tiepido) e frigidarium (freddo). Ma si alternava il bagno caldo col freddo il quale veniva praticato solo quando il corpo era riscaldato ed i pori ben aperti. E proprio in questi centri termali, dove si apprezza l’inventiva di Lucio Sergio Orata, un ingegnere campano il quale ebbe la brillante idea di creare una doppia pavimentazione attraverso la quale circolava aria calda, il pavimento era sorretto da colonnine in mattoni (SUSPENSURAE), e le pareti erano munite di camera d‘aria ottenuta con il sistema di tegole (Tegole Mammatae) o con tubi in terracotta nei quali circolava nell’intero ambiente aria calda ottenuta da una fonte di calore.
Sergio Orata ne prese spunto dalle famose terme di Baia collocate nell’attuale zona flegrea, dove i proprietari di quelle terme utilizzavano il vapore naturale che usciva dal sottosuolo, ed attraverso intercapedini e tubature lo distribuivano nei vari locali. Quindi comprese che quel metodo di riscaldamento poteva essere utilizzato in qualsiasi altro luogo, sostituendo quel vapore naturale delle fumarole a qualsiasi fonte di calore proveniente da un forno. Quindi sarà possibile apprezzare e studiare questa tecnica di riscaldamento veramente geniale, e addirittura in uno di questi centri termali vedrai alcune delle tante donazioni elargite da quelli che erano i politici dell‘epoca il cui scopo era quello di ottenere voti e di conquistare il consenso del popolo.
Un esempio può essere il famoso Labrum visibile nelle terme del foro, (grande tazza di marmo utilizzata per le abluzioni), dove oltre a leggere il nome del donatore vi è inciso addirittura il prezzo di 5250 sesterzi.
Di particolare interesse sono i soffitti a botte modellati sempre con larghe scanalature allo scopo di far scivolare le gocce di vapore lungo i lati delle pareti, evitando in tal modo il gocciolio dall‘alto. Gli ambienti termali erano sempre preceduti da spazi antistanti utilizzati come palestre oppure piscine natatorie dove li si svolgevano varie attività sportive come il nuoto, il gioco della palla, la lotta e il cerchio.
Il cerchio era quello utilizzato dalle donne anche se come testimoniato da alcuni mosaici, statue e dipinti, talvolta le donne praticavano anche esercizi maschili.
Le terme erano pubbliche ma sotto la sorveglianza di un edile, ossia una sorta di assessore il quale dai racconti di Seneca si recava nelle terme per controllare la pulizia e la temperatura. All‘interno delle terme vi era inoltre il personale di guardia e biglietteria, (capsarii), Il balneator (sovraintendente ai lavori), gli unctores (addetti alle unzioni e ai massaggi), i tonsores (barbieri provvisti di rasoio forbici e pinzette), e qualche medico per cure igieniche ed estetiche. Inoltre pare che al posto del sapone si usassero composti a base di soda, ma ancor prima del periodo imperiale si preparava una pasta di vari ingredienti come la farina di lupini.
Vi erano poi diversi olii per massaggiare il corpo, ma il più pregiato era il nardinum oleum che si spremeva dai fiori di nardo indico o arabico, e per renderli profumati si aggiungevano delle polveri odorose. Non sappiamo con certezza a che ora iniziava il bagno ma per certo nel tardo pomeriggio. Sappiamo invece che un lungo suono di campanello o il battere di un Gong, tra l’altro rinvenuto a Pompei, avvertiva l’apertura e la chiusura dello stabilimento e la presenza di tante lucerne rinvenute durante gli scavi testimoniano che le terme erano frequentate anche in tarda serata. Insomma, ci sarebbe tanto, e tanto ancora da dire. Per questo motivo non ti resta altro che venire a Pompei e lasciarti guidare da chi è innamorato del suo lavoro, da chi ha un’esperienza pluriennale, e da chi con carisma, passione e professionalità cerca di coinvolgere adulti, bambini, ed anche i più profani.